Mi sono svegliato di botto stamattina.
Avevo davanti a me il viso di mr Puttch.
La spostai e diedi un bacio alla mia sorellina, era venuta a svegliarmi, come sempre, correndo e agitando quella dannata marionetta che mi dava la sensazione di osservarmi da quando era entrata in casa.
Mi recai all'università, solito giro per cercare gli orari delle lezioni e poi attendere il pomeriggio.
Mi recai al giardino interno della facoltà per farci un giretto.
Arrivai alla fontana e mi sedetti. Non so cosa mi ronzasse per la testa.
Tirai sù la testa di scatto e vidi davanti a me un tendone, rosso a righe bianche , come quello di un circo ma infinitamente più piccolo. Forse all'interno poteva alloggiarci con difficoltà un nano.
Scostai la tenda da una parte e vi entrai, come in un cartone animato tutto era immenso all'interno.
Perchè non trovai strano il tutto?
C'era un piccolo palco davanti a me e un'uomo travestito da tasso mi si parò davanti iniziando a farmi strada verso un posto libero. La sala era vuota e piena allo stesso tempo.
Mi sedetti e lui si allontanò, facendo tintinnare le monete che aveva dentro un barattolo di pelati.
La luce calò piano piano.
Mr Puttch apparve sulla scena.
"Ma quanti siamo questa sera!"
Esclamo con una voce stridula insopportabile.
Un'altra marionetta entrò in scena, una signora.
"Oh cielo! In pochi , non vedi che l'unico spettatore è lui?"
"Ma anche solo per lui faremo il nostro spettacolo! Come dice la canzone di Fred! Lo spettacolo va avanti!"
"Oh cielo! Mr Puttch! Vado a prendere il bambino! Non lo senti piangere?"
La marionetta scompave e riapparve poco dopo con un bambino che piangeva di terrore.
"Oh cielo! Non vuole smettere di piangere! Mr Puttch, tieni il bambino fino a quando non torno col latte!"
La marionetta passo il bambino a Mr Puttch e sparì.
Mr Puttch, con il bambino in braccio disse solo:
"Via dalla finestra!"
E lanciò il bambino in terra fuori dal palcoscenico, vicino a me. Il sangue schizzo via dalla testa del bambino che smise di piangere.
Mi alzai terrorizzato. L'altra marionetta entrò di nuovo sulla scena e chiese dove fosse il bambino.
"Quale bambino?"
"Nosto figlio Mr Puttch! Non l'avrete ucciso?!"
"Ah quel bambino! Ma no, dorme!"
"No lo hai ucciso! Il nostro figlio!"
La marionetta iniziò a piangere gridando insulti addosso a Mr Puttch. All'inizio lui si scusò. Poi prese in mano un bastone e picchio l'altra marionetta come danzando, finche anch'essa non morì.
Mi guardò dritto, con quello sguardo di vetro da marionetta inespressiva. Mi sembrò che mi dessero un pugno allo stomaco e scappai.
Mi ritrovai sui gradini della facoltà coperto di sudore.
Tornai a casa in preda ai brividi e a domande senza risposta.
Mi sedetti sul divano.
"solo un sogno, solo un sogno"
Mi ripetevo come una cantilena, facendo nascere un sorriso ironico sulle mie labbra.
"Fratellone!"
Esclamò mia sorella saltandomi addosso;
"Mr Puttch è sparito! tu lo hai visto?"
Iniziai a sentire un brivido salirmi lungo la schiena.
"Di cosa son sporche le tue scarpe? Ti saresti dovuto pulire i piedi prima di entrare in casa."
Mi richiamò mia madre alle spalle.
Era il sangue del bambino... Ne sono sicuro.
Ora mi accusano di aver lanciato fuori dalla finestra mia sorella e di aver ucciso a bastonate a mia madre, ma quello... non era Mr Puttch?